SWAN - VR moving bodies (2021)

SWAN - VR moving bodies è un percorso dedicato a 5 spettatori/spettatrici per volta, accompagnati/e in un viaggio che conduce alla scoperta esperienziale di uno spazio virtuale tra ironia, fragilità e grazia. Un atto poetico di trasformazione dissacrante e liberatorio. 

Il progetto è ispirato a LA MORTE DEL CIGNO, celebre coreografia di Michael Fokine e interpretata da Anna Pavlova nel 1905-07, su musica di Saint-Saëns.

Anna Pavlova nella sua interpretazione inserisce nella coreografia movimenti che sono espressione del suo sentire, compiendo un atto rivoluzionario per la danza dell’epoca.

in che modo possiamo far continuare a vivere l’atto rivoluzionario che fu il Cigno della Pavlova?

Come vive il tuo corpo un’azione intima immersa nella Realtà Virtuale?

Come scegli di compiere un’azione? un movimento?

In che modo possiamo trasformarci in cigno?

qual è un movimento rivoluzionario? 

SWAN - VR moving bodies è un'esperienza intima e leggera che usa la realtà virtuale come strumento e non come fine.

Nasce dall'incontro delle ricerche poetiche che caratterizzano le due coreografe:

Silvia Gribaudi performer e dancemaker che dal 2008 lavora su danza, comicità e relazione con il pubblico.

Margherita Landi coreografa, danzatrice e antropologa dal 2014 si occupa di ricerca su corpo e nuove tecnologie. 

un progetto di Silvia Gribaudi e Margherita Landi

video VR a cura di Margherita Landi 

performer: Silvia Gribaudi 

Produzione GOLD, Bolzano Danza / Fondazione Haydn e Zebra Associazione Culturale. L'’esperienza è stata creata grazie a “SWANS NEVER DIE “ progetto Biennale ideato da Lavanderia a Vapore/Piemonte dal Vivo, Operaestate Festival Veneto e Centro per la Scena Contemporana CSC,Bassano del Grappa, Triennale Milano, Teatro Brescia, Torinodanza Festival Bolzano danza; “Memory in Motion. Re- Membering Dance History (Mnemedance)” - Università Ca’Foscari Venezia; Ecole Universitaire de Recherche CREATES e Centre Transdisciplinaired’Epistémologie de la Littérature et des Arts Vivants, Université Côte d’Azur.

photo credit: Andrea Macchia